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Grazie alla liberalizzazione del 2014 il settore trasporti di media e lunga percorrenza su gomma prende quota

Lo dicono i numeri di un’indagine conoscitiva dell’Autorità dei trasporti (Art), con una domanda cresciuta a doppia cifra negli ultimi due anni, che adesso mette insieme un volume d’affari pari a circa 200 milioni di euro ogni anno trasportando dieci milioni di viaggiatori.


Le prospettive di crescita sono importanti: l’ingresso sul mercato di grandi imprese, come Busitalia e Flixbus, potrà finalmente aggregare la domanda e creare maggiori interconnessioni tra le autolinee. «Il mercato delle autolinee a media e lunga percorrenza conta 145 imprese auto-rizzate ad operare, per un totale dicirca 245 autorizzazioni». Si tratta di aziende medio piccole di cui solo nove con oltre venti addetti, presenti anche nei settori contigui del Tpl e del noleggio con conducente. L’offerta è rivolta tradizionalmente ai collegamenti tra il Sud e il Nord del paese. Questo spiega anche perché le imprese più rilevanti e da più tempo presenti nel mercato abbiano prevalentemente la loro sede principale nelle Regioni meridionali (Campania, Calabria, Basilicata e Puglia). A seguito della liberalizzazione, scattata il primo gennaiodel 2014, l’offerta di servizi è divenuta maggiormente capillare. Dal lato della domanda, attualmente le autolinee coprono una quota pari al 12% degli spostamenti di media-lunga distanza con mezzi collettivi, per un totale sti-mato di dieci milioni di viaggiatori trasportati nel 2016. In termini economici, il volume di affari del settore è stimato nel 2016 in circa 200 milioni di euro, registrando una significativa crescita rispetto ai circa 130 milioni di euro del 2012. E per i prossimi anni, le potenzialità di crescita del segmento delle autolinee a media e lunga percorrenza sono positive. «A sostenerele aspettative di crescita del settore – spiega l’Authority – sono alcuni fattori del contesto italiano: la concentrazione della popolazione in grandi centri urbani, la presenza di città d’arte e altri luoghi diforte attrazione turistica, anche dall’estero, la demografia studentesca che porta a flussi significativi tra città piccole, anche periferiche e città universitarie, non tutte servite da reti ferroviarie». I dati parlano di una forte espansione della domanda, nell’ordine di circa il 15-18%, negli ultimi due anni, riconducibile sia alla creazione di nuovi segmenti di clientela, sia alla sottrazione di passeggeri da altre modalità di trasporto e dalla mobilità privata. La nuova clientela è stata attirata dall’offerta di nuovi servizi o da una loro diversa organizzazionea un  prezzo accessibile, grazie anche all’uso di strategie di marketing e comunicazione affini alla ti-pologia della stessa. I prezzi medi, scesi nel 2015 e 2016 in conseguenza di strategie commerciali aggressive da parte dei nuovi operatori, hanno iniziato a risalire negli ultimi trimestri. Dal lato dell’offerta, l’indagine rileva una tendenza al consolidamento del settore, come si evince dal valore delle quotedi mercato cumulate dei primi cinque operatori, pari a circa il 60% nel 2016, soprattutto a seguito dell’entrata di Flixbus, che funge da soggetto aggregatore di imprese di piccole dimensioni, operanti sia nelle autolinee, sia nei settori attigui del noleggio e del Tpl. «Anche se non è facilmente prevedibile la configurazione che assumerà il mercato nei prossimi anni e i modelli di business che prevarranno, si può ipotizzare l’accentuarsi del processo di concentrazione tramite “aggregatori” sul modello Flixbus, ma anche attraverso operazioni di fusioni ed acquisizioni ad opera di imprese appartenenti a grandi gruppi industriali orientate a investire più direttamente sugli asset, quali autobus e hub multimodali, nonché a cogliere inedite sinergie derivanti dalla gestione di infrastrutture stradali».

Il gruppo Fs Italiane, attraverso la controllata Busitalia,ambisce a un ruolo da protagonista sul mercato dei servizi autobus, sia in Italia sia in Europa. «Con il piano industriale 2017-2026 – spiega l’amministratore delegato di Busitalia, Stefano Rossi – abbiamo fatto evolvere il modello di business. Il gruppo punta a diventare un’azienda europea di mobilità integrata in grado di accompagnare i viaggiatori dalla porta di casa fino alla loro destinazione. Questo vuol dire che la parte di investimenti destinata ai servizi su gomma consentirà un forte incremento della quota di mercato del trasporto su strada, oggiferma al 6%».

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