Come i Big di Internet (Gafam: cioè Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft) creano la loro ricchezza: Business Model e Strategie di Sviluppo.
Guardando ai bilanci si scoprono tante cose interessanti e molte sorprese!
GAFAM è l’acronimo dei cinque titoli tecnologici statunitensi più popolari: Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft. Il termine è venuto alla luce sulla falsariga dell’affermazione delle azioni FAANG, che collettivamente indica i principali titoli tecnologici statunitensi come Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google.
GAFAM è costituito da Google (GOOGL) di Alphabet Inc., Apple Inc. (AAPL), Facebook Inc. (FB), Amazon.com Inc. (AMZN) e Microsoft Corp. (MSFT). Tutte e cinque le società sono quotate alla borsa NASDAQ.
È la New Economy, la Digital Disruption: non si fanno i soldi con le vendite dirette!
Apple
- Il 63% del fatturato è generato dall’iPhone (in questi giorni ha lanciato il profit warning a causa di una diminuzione delle vendite in Cina)
- iPad pesa per il 7%
- Mac 10%
- Servizi 14% (iTunes, Apple Care, Apple Pay)
- 6,5% altri prodotti: Apple Watch e iPod
Amazon
- 80% dei ricavi grazie all’e-commerce (ma mentre in USA è profittevole, oltre oceano è in perdita per 1,5 mld $)
- Amazon Web Services (AWS) garantisce invece la profittabilità, grazie al cloud computing
Qual è allora il vero Business Model di Amazon?
La strategia aziendale di Amazon punta a rendere globale la sua piattaforma di cloud computing (AWS): investe miliardi $ per sviluppare un modello di business (e-commerce) basato su prezzi scontati, ampia offerta e consegna veloce.
Senza però guadagnarci…
Come può farlo?
Può farlo perché oggi, fuori dal Nord America, non è importante essere redditizi. Al contrario è fondamentale acquisire clientela e creare la struttura tecnologico-logistica per supportare la crescita e i servizi, anche finanziari.
Anche per Microsoft il fatturato non è solo Windows ma anche “Intelligent Cloud”.
Per Facebook il 99% dei ricavi deriva dall’advertising. Soprattutto mobile (92%).
Anche per Google la pubblicità la fa da padrone (85%) seguita dall’Intelligenza Artificiale.