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Eco-distretto zootecnico romagnolo: in 2 anni la più moderna struttura di allevamento bovino in Europa

eco distretto zootecnico

eco distretto zootecnico

Nelle catene della Grande distribuzione organizzata sta arrivando la prima carne bovina prodotta da Bonifiche Ferraresi nell’azienda di Jolanda di Savoia (Ferrara). Nell’eco-distretto zootecnico romagnolo in due anni è sorta la più moderna struttura di allevamento bovino in Europa, concepita e studiata da Luigi Cremonini, presidente dell’omonimo gruppo leader nella macellazione e lavorazione delle carni in Italia. Su una superficie di 33mila metri quadrati sono allevati 9mila capi da carne in rotazione annuale. Le strutture hanno ottenuto l’attestato di valutazione del benessere animale e di biosicurezza dell’Istituto zooprofilattico Izsler. L’allevamento è autosufficiente dal punto di vista energetico mentre i bovini sono alimentati con i raccolti di fieno e mais coltivati su 1.700 ettari dell’azienda. Diventa così realtà il polo zootecnico di Bonifiche, modello di riferimento per la zootecnia italiana da carne, come ha sottolinea il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. Su questo progetto si basa la collaborazione tra Coldiretti e Assocarni per un modello italiano di allevamento bovino integrato e sostenibile. «La missione di Bonifiche Ferraresi è portare sulla tavola dei consumatori un’ampia gamma di prodotti di alta qualità, ottenuti attraverso un’agricoltura innovativa, sostenibile, capace di valorizzare le eccellenze della filiera agro-alimentare italiana e di tutelare il territorio. La filiera agricola italiana rappresenta un asse strategico per l’Italia ed essendo noi leader nella proprietà terriera per estensione di terreno siamo impegnati in prima linea in questo contesto. Siamo felici di aver aggiunto alle nostre produzioni un grande allevamento per ottenere carni di altissima qualità, con la possibilità di valorizzare sempre di più anche i bovini italiani». Secondo il presidente di Coldiretti «le carni nazionali sono più sane, perché magre e ottenute spesso nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali». Per Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Inalca e vicepresidente di Assocarni, «oggi abbiamo presentato la nuova frontiera dell’allevamento bovino italiano. Siamo nel territorio che meglio rappresenta l’agricoltura del futuro e che al suo interno ha colto la sfida di inserire anche l’”allevamento 4.0”. Qui tocchiamo con mano cosa significa sostenibilità economica, sociale e ambientale dell’allevamento, un esempio virtuoso e concreto di economia circolare. Bonifiche Ferraresi ha costruito un modello che ha importanti risvolti anche sotto il profilo del benessere animale, consentendo tra l’altro una sostanziale riduzione dell’utilizzo dei farmaci. Come Inalca siamo orgogliosi di aver potuto partecipare con la nostra esperienza e il nostro know-how alla realizzazione del nuovo centro zootecnico».

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